Nel porsi un obiettivo, lo sportivo va alla ricerca della
propria felicità. Una volta determinati
gli obiettivi in maniera chiara e
precisa , lo sportivo entra nella condizione di doversi concentrare
(fisicamente e mentalmente) ed automotivare per far si che possa raggiungere
l’obiettivo stesso.
Quando si arriva ad un livello massimo di automotivazione e
concentrazione si generare un vissuto esperienziale estremamente positivo
denominato FLOW. (Csikszentmihalyi)
All’interno dello stato di flusso, si trovano costanti
feedback che ci fanno capire quanto le cose stiano andando davvero bene. Pur in
uno stato di "alterata" percezione del tempo, dello spazio, degli
eventi circostanti - quasi come se tutto il resto fosse sospeso o abbandonato -
non si ha mai nessuna sensazione di mancanza di controllo della situazione. In
questo stato si raggiunge la massima padronanza dei propri stati emotivi.
Il Flow predispone la performance affinché risulti
eccellente, visto che assomma le condizioni mentali più favorevoli per la prestazione
sportiva ottimale. Più l'atleta riesce a percepire e potenziare le condizioni
di Flow, maggiori saranno le probabilità di associarvi la performance
eccellente. Il modello del Flow valorizza il ruolo della soggettività, intesa
quale fattore di valutazione delle condizioni dell'ambiente esterno e degli
stati psichici interni all'individuo.
Il Flow viene caratterizzato dalle seguenti parole chiave:
Focus: consapevolezza, sentirsi
totalmente e pienamente concentrati, assorbiti e coinvolti in ciò che si sta
facendo, senza l'intromissione di altri pensieri e/o emozioni.
Armonia: la mente e il corpo sono un
tutt'uno armonico e lavorano senza sforzo alcuno.
Controllo totale di se stessi e della
situazione
Divertimento
Le precedenti parole chiave devono essere integrate con i
nove Fondamenti caratterizzanti lo stato di Flow.
1. L'equilibrio
sfida-abilità, ovvero la coincidenza tra abilità e opportunità di azione
a. La sfida è
quella percepita: è l'atleta che sceglie i parametri che definiscono la sfida,
determinando, di conseguenza, quali sono le abilità necessarie.
b. Le abilità
sono quelle percepite: ciò che l'atleta crede di poter fare influenza la sua
esperienza più delle sue attuali e reali capacità.
2. La fusione
azione-consapevolezza
L'atleta che percepisce di possedere le abilità necessarie
alla sfida, è totalmente focalizzato sul compito e sulle richieste presenti: è
completamente assorbito nella sua attività (non vi è pensiero, non ci sono
sforzo e fatica, tutto è spontaneo, nessun panico o ansia).
3. La chiarezza di
obiettivi e di intenti
L'atleta sa perfettamente dov'è, cosa sta facendo, dove sta
andando e, in modo particolare, cosa sta per fare, visualizzando in anticipo la
performance.
a. Dirige
l'azione.
b. Focalizza
l'attenzione.
c. Annulla la
distrazione.
4. Feedback relativi
alla performance e rispetto all'obiettivo
a. Fonte
interna dell'informazione: il corpo.
b. Fonte esterna dell'informazione:
l'allenatore, i compagni, il pubblico.
5. La concentrazione
sul compito
L'atleta è in grado di evitare le distrazioni.
6. Il senso di
controllo
è legato nell'atleta alla credenza di possedere le abilità
richieste e ha il ruolo di:
a. Fornire
sensazioni di calma, di confidenza, di fiducia e di potere.
b. Ridurre la
paura di fallire.
c. Creare
sensazioni di empowerment
7. La perdita della
consapevolezza di sé
Non c'è lo spazio mentale per preoccuparsi e per pensare a
se stessi o agli altri.
8. La trasformazione
del tempo
L'atleta sperimenta un tempo dilatato o ristretto e
accorciato.
9. L'esperienza
auto-telica ovvero la motivazione intrinseca
L'atleta è motivato a realizzare il compito:
a. Per il
piacere di fare quello che sta facendo.
b. Per
semplice divertimento.
c. Per
l'eccitazione del movimento.
Percepisce la sua attività come fine a se stessa e
autoremunerativa.